Introducendo la FITOALIMURGIA

..."La grande varietà di vegetali a disposizione può sopperire alle richieste alimentari, contribuendo alla soluzione del problema della fame nel mondo. Le piante spontanee per usi alimentari si calcola siano circa 20.000, mentre sono solo 3.000 le specie vegetali entrate a far parte dell’alimentazione.
L’ alimentazione è un fatto culturale e i condizionamenti, gli stereotipi e la chiusura mentale portano ad ignorare e, per certi versi, a disprezzare, ciò che la natura ci mette a disposizione per alimentarci.
Con questi vegetali si scoprono nuovi sapori, alcuni delicati e dolci, altri amari e piccanti, per soddisfare la varietà delle esigenze gustative.
Con le piante selvatiche si possono allestire pranzi completi dall’antipasto al dessert; esse sono reperibili tutto l’anno (secondo la specie), anche nel periodo invernale, e alcune piante sono talmente diffuse e di dimensioni ragguardevoli, ad esempio gli amaranti, i chenopodi, le ortiche, che in poco tempo se ne raccolgono grossi quantitativi.
Durante il periodo primaverile le parti giovani delle piante presentano un alto contenuto di fitormoni, in particolare le auxine, che per loro natura sono concentrate negli apici e nelle gemme, quali tessuti meristematici dai quali si svilupperanno le altre parti della pianta. Tali sostanze sono considerate quali principi attivi con azione drenante utile ad espellere le tossine dell’organismo umano. Rintracciamo, così, l’antica saggezza dettata dalla tradizione, che indicava di raccogliere le piante spontanee primaverili, ad esempio il tarassaco, (Taraxacum officinale) per depurare l’organismo dopo il periodo invernale. "

Tratto da "Enciclopedia delle Discipline Bio-naturali" Valerio Sanfo ed. A.E.ME.TRA. 



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